Avete presente il mare? Certo, siamo appena tornati dalle vacanze. E anche chi non ci è andato, lo ricorda sicuramente. La distesa infinita, l’orizzonte piatto, lo scrosciare delle onde contro la sabbia. Ora immaginate una nave. Bellissimo andare in barca, al di là dei gusti, è un’esperienza particolare per noi creature di terra. Eppure il mare nasconde anche tanti pericoli, tante piccole e grandi avventure. Se rimani a largo durante una tempesta, vivrai un’esperienza difficile da dimenticare. Se hai proprio bisogno di fermarti, di rimanere saldo o almeno appigliato a qualcosa, non ti resta altro che gettare l’ancora. E’ curioso che in marina, l’ancora di riserva, tenuta in cubia o sul ponte, abbia un nome piuttosto significativo: àncora di speranza.
Ecco cosa ci vuole per noi oggi. La vita è una cosa straordinaria, con tempi di quiete ed altri in cui siamo provati da molteplici difficoltà. Eppure, quello attuale è uno scenario totalmente nuovo. Siamo fiaccati da mesi di virus, la scienza non riesce a darci tutte le risposte che desidereremmo, i politici fanno fatica a gestire una situazione talmente complessa. Eppure la nostra famiglia deve continuare a vivere. Il lavoro deve proseguire. La spesa va fatta. I nonni vanno tutelati e a tratti aiutati perché anziani. I bambini hanno bisogno di tornare a relazionarsi con i coetanei. Tutto questo, e molto altro, potrebbe fiaccarci, potrebbe farci giungere a questa riapertura di anno sociale esasperati e sfiduciati.
E’ il momento di tirar fuori l’ancora di speranza. La speranza è un’emozione molto complessa, che coinvolge vari elementi che vanno dalla capacità di provare fiducia, alla sensazione di autoefficacia, alla resilienza di fronte agli eventi negativi. Snyder, massimo esponente della psicologia positiva, parla di due fondamentali elementi che caratterizzano le persone più speranzose: la convinzione di poter raggiungere i propri obiettivi e la convinzione di poter ideare dei piani per raggiungerli.
Come fare allora a coltivare la speranza? Proviamo a definire degli step:
1. Stai sul momento presente con un atteggiamento di curiosità, la vita ci stupisce sempre, basta guardarla con gli occhi adatti. 
2. Definisci degli obiettivi realistici e prioritari, punti saldi, dei gradini fissi su cui ritieni fondamentale costruire le giornate dei prossimi mesi (sicurezza, no paure, ritmi di studio, ritmi di gioco, etc).
3. Nelle prossime settimane, mantieni una flessibilità nei programmi. Riorganizzati passo passo sulla base degli obiettivi definiti e delle esigenze contingenti.

Come spesso accade, le emozioni sono tra loro collegate. Le emozioni positive in questo caso si attivano facilmente. La mia terzogenita ha la speranza di fare ingresso tra poche settimane in prima elementare. Ha un entusiasmo alle stelle, ogni occasione è buona per far domande e parlare di come è ormai cresciuta. La felicità, la gioia, la serenità si associano, infatti, spesso ad un vissuto di speranza. In un periodo così cupo abbiamo bisogno di un punto fermo. Allora, gettiamo l’ancora della speranza per affrontare con decisione questo periodo così impervio. Chesterton ci insegna: “Se c’è una cosa che dà splendore all’esistenza, è la speranza di trovare qualcosa dietro l’angolo”. La speranza ci dà una marcia in più: per questo dovremo coltivarla.

Dott.ssa Miriam Incurvati