Le prime esperienze sessuali rappresentano un «imprinting» per quella che sarà la sessualità futura di ognuno. Il rischio è legato all’esito che avranno.

Cosi afferma Roberto Tordella in un interessante articolo (Varchi – Tracce per la Psicoanalisi, nr. 12 – 2015 Semestrale de’ Il Ruolo Terapeutico di Genova, Stefano Termanini Editore)

Quando abbiamo letto l’articolo abbiamo pensato: “finalmente qualcuno traduce in linguaggio psicologico quello che l’esperienza personale e la formazione da educatrici ci hanno sempre suggerito!”

Perché è importante aiutare i ragazzi a vivere una sessualità ricca di significati?

“Il concetto di «imprinting» introdotto da Konrad Lorenz, e inteso come apprendimento di base che si verifica in un periodo «sensibile» della vita, può essere riferito anche alle prime esperienze sessuali che avvengono durante l’adolescenza.”

Questo vuol dire che, soprattutto in un periodo di apprendimento come l’adolescenza, le esperienze che facciamo, tra cui quelle legate alla sessualità, influenzano la modalità in cui vivremo le esperienze sessuali e relazionali negli anni successivi e nella vita adulta.

Diversi studi di neuroscienze dimostrano come in fase di apprendimento, i neuroni nelle aree cerebrali deputate al tipo di esperienze che stiamo facendo, generano nuove connessioni che perdurano intatte anche negli adulti. Questo è vero sia per esperienze di tipo visuo-spaziale e di movimento, sia per esperienze relazionali e di attaccamento.

Ma quali sono le caratteristiche della sessualità e il significato psicologico delle prime esperienze sessuali?

Ogni adolescente vive il cambiamento corporeo con l’acquisizione dei caratteri sessuali secondari e della fertilità, l’insorgenza delle pulsioni sessuali grazie all’azione degli ormoni sessuali, la strutturazione della propria identità di genere, e il passaggio dagli amori intrafamiliari a quelli extrafamiliari nei primi innamoramenti. Dall’integrazione di queste componenti si determina uno sviluppo affettivo sessuale efficace.

Tordella afferma che “da un punto di vista psicologico le prime esperienze sessuali svolgono diverse funzioni:

1) verifica della propria «normalità» anatomo-funzionale: attraverso una adeguata risposta del corpo si allontanano dubbi e timori rispetto ai cambiamenti puberali e alle relative aspettative.

2) definire e rafforzare il proprio orientamento sessuale.

3) soddisfare il desiderio sessuale e l’eccitabilità

4) soddisfare bisogni affettivi relazionali che, sulla scia delle dinamiche di attaccamento della            prima infanzia, cercano ora nuovi protagonisti e opportunità.”

Possiamo dire quindi che la sessualità nell’ adolescenza ha un ruolo nella formazione della propria identità e insieme con le relazioni sentimentali appaiono per gli adolescenti dei banchi di prova  per la loro identità in formazione permettendo di esplorare i vari aspetti di se stessi (Furman & Shaffer, 2003) e di scoprire chi sono al di fuori della loro famiglia di origine.

Affinché tutto ciò possa realizzarsi è necessario che il cambiamento corporeo, iniziato con la pubertà, proceda in sintonia con la maturazione emotiva, affettiva e cognitiva e che il nuovo schema corporeo possa trovare un’adeguata conferma nelle relazioni con il mondo esterno, impedendo che la fisiologica incertezza di questo periodo si trasformi in angoscia e disagio.

Continua Tordella: “Periodo di prove e sperimentazioni, l’età adolescenziale condiziona il cammino della vita affettiva e sessuale futura. Infatti, se è certamente vero che le «ferite» che ostacolano un corretto sviluppo psico-sessuale vanno ricercate in epoca infantile e in particolare nel rapporto di attaccamento alle figure significative durante l’infanzia, è altresì vero che altri fattori di carattere psico-sociale possono condizionare negativamente le esperienze di questo periodo, ponendo le premesse per difficoltà sessuali e relazionali che continueranno a manifestarsi nell’età adulta”

Ma come vivono i ragazzi la sessualità?

Uno studio, dell’Università Cattolica di Milano diretto da Emanuela Confalonieri, docente di Psicologia dell’adolescenza, prova a fare il punto su adolescenti, relazioni sentimentali e sessualità.

Nello studio erano coinvolti 1523 adolescenti, del nord e centro Italia di età compresa tra i 13 e i 21 anni (età media = 16,30)
Relazioni sentimentali
•540 (35%) adolescenti del campione (40% maschi e 60% femmine) hanno già sperimentato o sta attualmente intrattenendo una relazione sentimentale che reputa «stabile»
•L’età media degli adolescenti che ha già sperimentato o sta attualmente intrattenendo una relazione sentimentale che reputa «stabile» è 16,6
•La durata media di questa relazione è di 18 mesi. La durata della relazione va da un minimo di un mese ad un massimo di 4 anni
Relazioni sessuali
• 593 (39%) adolescenti del campione (43% maschi e 57% femmine) hanno avuto rapporti sessuali
L’età media degli adolescenti che hanno avuto rapporti sessuali è di 17 anni. Non c’è differenza fra maschi e femmine
• Degli adolescenti che hanno avuto rapporti sessuali, l’80% afferma di usare metodi contraccettivi (età media = 17) e il 20% di non usarli (età media = 17)
• Nel descrivere il primo rapporto sessuale il 51% degli adolescenti lo ha descritto come qualcosa che «desideravo molto che accadesse», il 48% come qualcosa che è «semplicemente successo» e l’1% ha affermato di non «averlo voluto e di essere stato persuaso»
• Gli adolescenti che utilizzano i metodi contraccettivi sono nel 43,3% dei casi maschi e nel 56,7% dei casi femmine.

Quello che emerge dall’indagine è soprattutto che del sesso conoscono tutto e lo apprendono soprattutto dalla Rete. Sanno per lo più come farlo e sanno come proteggersi da conseguenze indesiderate. Lo vivono senza implicazioni sentimentali. Il sesso – così come l’amore – serve più per conoscere sé stessi che per conoscere gli altri. Serve a superare le proprie paure, a far tacere l’angoscia di non essere «giusti», di non piacere. Serve ad aumentare la propria autostima. Serve a crescere.

Oggi, nel vivere le relazioni amorose, una parte degli adolescenti sembra più attenta a tutelare la propria autonomia e i progetti personali di affermazione, e di conseguenza tende a non farsi coinvolgere eccessivamente nella relazione.
Dall’altra parte prende sempre più campo il modello di una sessualità finalizzata al godimento immediato, esperienza ludica, disimpegnata, modalità di appagamento senza vincoli.

“La disinvoltura con la quale gli argomenti della sessualità vengono trattati può indurre a credere che i giovani vivano con più sicurezza le loro prime esperienze. Al contrario, sembrano molto diffuse le ansie e le incertezze che alimentano un senso di inadeguatezza”

Nel percorso evolutivo legato allo sviluppo della sessualità si possono prendere diverse strade:

  • la strada della mancata conferma, di un’identità che rimane fragile e rinnova in ogni occasione la paura e la speranza di superare la prova;
  • la strada corta, senza sbocco, della fuga e del ritiro, della rinuncia alla relazione;
  • la strada dell’eros, la sola che apre le porte alla dimensione del desiderio, del piacere condiviso, dell’immaginario come risorsa. Dell’incontro con l’altro.

Noi genitori e educatori abbiamo un compito importante e fondamentale! Aiutare i ragazzi a vivere la loro sessualità come un percorso in cui gradualmente conoscono loro stessi e gli altri, non solo nella dimensione della funzionalità e affermazione della propria identità, ma soprattutto nella gestione emotiva dell’incontro dell’altro, vivendo la loro sessualità nella dimensione relazionale della reciprocità e dell’amore.

La buona notizia è che, come dimostrato da Siegel, il cervello umano è dotato da una enorme neuroplasticità e le esperienze di relazioni affettive significative e belle, determinano anche esse la ristrutturazione dei circuiti neuronali in modo da trasformare la modalità di vivere le situazioni. Quindi un imprinting negativo in adolescenza si può trasformare in un gradino per crescere e imparare a vivere la sessualità in pienezza.

Ma perché questo possa avvenire è importante cercare di capire perché i ragazzi vivono questo impoverimento di significati della sessualità. Noi pensiamo che un ruolo importante lo hanno i genitori e i nuovi modelli di riferimento:

  • i media
  • la rete
  • la pornografia

Nei prossimi articoli analizzeremo ciascuno di questi elementi, e vedremo insieme come fare per guidare i nostri figli.

Dott.ssa Donatella Sanna

Dott.ssa Virginia Conti

https://www.corriere.it/cronache/sesso-e-amore/notizie/adolescenti-sesso-l-eta-giusta-farlo-quando-ti-passa-vergogna-f1273cfc-e306-11e5-a080-fdf627ee5982.shtml?refresh_ce-cp

http://www.psicologia-psicoterapia.it/articoli-psicoterapia/ruolo-terapeutico-adolescenza-sessualita-rischi-imprinting.html