Basi Scientifiche
Prepariamo tutte le nostre attività a partire da basi scientifiche solide ed aggiornate, e che esplicitiamo sempre
La presenza di solide basi scientifiche fa sì che tutti gli incontri che organizziamo abbiamo dei denominatori comuni e possano essere considerati come espressioni di un unico pensiero scientifico di riferimento.
La nostra cornice teorica di riferimento considera la sessualità e l’affettività come strettamente collegate e, per comprenderle, integra i più recenti sviluppi scientifici.
Ogni progetto è soggetto a svariati processi di revisione da parte di tutti i membri, fino alla sua realizzazione finale, che viene monitorata in itinere e alla sua conclusione, in modo da trarre suggerimenti importanti per migliorarlo in futuro.
I nostri principali riferimenti teorici
Intelligenza Emotiva
L’intelligenza emotiva, secondo Daniel Goleman, è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Include abilità come l’autoconsapevolezza, l’autoregolazione, l’empatia e le competenze sociali, ed è fondamentale per relazioni sane e per affrontare la vita in modo equilibrato.
È ciò che aiuta i nostri figli a stare bene con sé stessi, a relazionarsi con gli altri, a risolvere i conflitti e a reagire con equilibrio davanti alle difficoltà.
A differenza del classico QI, che misura l’intelligenza “di testa” (come logica, memoria, matematica), l’intelligenza emotiva riguarda il “cuore” e le relazioni. Mentre il QI può aiutare a prendere buoni voti, l’intelligenza emotiva è ciò che spesso fa la differenza nella vita, nel lavoro e nei legami affettivi.
Sostenere lo sviluppo emotivo dei nostri figli è quindi importante quanto aiutarli a studiare!
I Compiti di Sviluppo
I compiti di sviluppo, secondo autori come Paolo Gambini, sono le sfide evolutive che ogni fase della vita propone. Sono passaggi fondamentali nel percorso di crescita di ogni essere umano.
in adolescenza il compito di sviluppo più importante è la costruzione dell’identità: l’adolescente inizia a interrogarsi profondamente su chi è, quali sono i propri valori, cosa desidera per il futuro. È un processo fatto di esplorazione, sperimentazione e, a volte, conflitto, necessario per arrivare a una visione più stabile di sé.
Accanto a questo, i cambiamenti del corpo legati alla pubertà richiedono un adattamento emotivo e psicologico. Il nuovo aspetto fisico può generare disagio, vergogna o senso di inadeguatezza, ma anche curiosità e desiderio di definirsi attraverso l’immagine e la sessualità.
Le relazioni sociali cambiano profondamente: il gruppo dei pari diventa un punto di riferimento centrale, mentre il rapporto con i genitori si trasforma. Cresce il bisogno di autonomia, ma anche quello di sentirsi accettati e riconosciuti dagli altri.
Infine, ci sono cambiamenti cognitivi importanti: l’adolescente sviluppa la capacità di pensiero astratto, riflessivo e critico. Inizia a ragionare su concetti come giustizia, valori, futuro, e può mettere in discussione regole e autorità, cercando di costruire un proprio sistema di pensiero.
Questi compiti evolutivi sono fondamentali per passare dall’infanzia all’età adulta. Riconoscerli e sostenerli, come genitori o educatori, aiuta i ragazzi a crescere con maggiore equilibrio e consapevolezza.
La Teoria dell’Attaccamento
La teoria dell’attaccamento di John Bowlby sostiene che i legami affettivi che il bambino sviluppa con le figure di accudimento, soprattutto nei primi anni di vita, sono fondamentali per il suo sviluppo emotivo. Se il bambino percepisce l’adulto come disponibile e rassicurante, costruisce un senso di sicurezza interiore che lo aiuta a esplorare il mondo, a conoscere se stesso e a gestire le emozioni.
Le ricerche successive hanno mostrato che questi modelli di attaccamento influenzano il modo in cui il bambino (e poi l’adolescente o l’adulto) vive le relazioni, affronta le difficoltà emotive e costruisce la propria identità. Un attaccamento sicuro favorisce autostima, fiducia e una buona regolazione emotiva; al contrario, legami instabili o incoerenti possono rendere più difficile capire e gestire le proprie emozioni.
Per i genitori, questo significa che essere presenti in modo affettuoso, coerente e sensibile ai bisogni emotivi del proprio figlio è un investimento profondo nel suo benessere emotivo, nella sua capacità di affrontare la vita e di costruire relazioni sane.
Sistemi motivazionali Interpersonali
Ogni persona è spinta da bisogni profondi, come sentirsi al sicuro, essere in relazione con gli altri, esplorare il mondo, sentirsi parte di un gruppo o sentirsi capace. Queste spinte interiori vengono chiamate sistemi motivazionali: sono come delle forze che ci guidano nel cercare ciò che ci fa stare bene.
Importanti studiosi come John Bowlby, Giovanni Liotti, Joseph Lichtenberg e Paul Gilbert ci spiegano che questi bisogni si attivano soprattutto nelle relazioni: è nel rapporto con gli altri che cerchiamo sicurezza, affetto, riconoscimento.
Anche la famosa teoria di Maslow ci aiuta a capire tutto questo: i bisogni umani si costruiscono a partire da quelli più essenziali (come mangiare, dormire, sentirsi protetti), per arrivare a quelli affettivi, relazionali e, infine, al desiderio di realizzarsi e dare senso alla propria vita.
Quando questi bisogni fondamentali sono ascoltati e soddisfatti, bambini e ragazzi crescono con fiducia, imparano meglio, costruiscono relazioni positive e sviluppano un’immagine di sé più sicura e serena. In questo modo, diventano capaci di costruire una vita piena di significato.
Per i genitori, significa che rispondere in modo sensibile e coerente ai bisogni emotivi dei figli li aiuta crescere con fiducia, a costruire relazioni sane e a sviluppare le risorse interiori per vivere una vita ricca di significato e soddisfazione.
Neuroscienza e Neurobiologia
Nel campo delle neuroscienze e della neurobiologia, gli studi di autori come Jaak Panksepp, Richard Davidson, Daniel Siegel e Louis Cozolino hanno profondamente trasformato il nostro modo di comprendere lo sviluppo umano.
Una delle intuizioni più significative è che il cervello non è un sistema isolato e razionale, ma un organo profondamente emotivo e relazionale. Si struttura e si modifica nel tempo attraverso le esperienze vissute, in particolare quelle affettive e sociali.
Le esperienze che viviamo – in famiglia, a scuola o con gli educatori – modellano letteralmente il cervello.
In questo senso, ogni relazione educativa diventa anche un’esperienza trasformativa a livello cerebrale.
Da questi studi capiamo anche un altro importante aspetto: ogni comportamento ha una radice emotiva. Quando un bambino esplora, gioca, si chiude, protesta o piange, sta comunicando qualcosa di importante su ciò che sente e di cui ha bisogno.
Per chi educa, questo vuol dire spostare lo sguardo: dal “cosa sta facendo” al “cosa sta vivendo e sentendo”.
ACT
L’acronimo ACT sta a significare Acceptance and Commitment Therapy.
I contributi di Steven Hayes e Russ Harris, autorevoli studiosi dell’ACT, offrono spunti preziosi anche in campo educativo: bambini, ragazzi ed educatori vengono aiutati a riconoscere e accogliere pensieri ed emozioni difficili senza farsi bloccare da essi, e a muoversi verso ciò che conta davvero, come l’amicizia, l’apprendimento o la collaborazione. In classe o in famiglia, questo approccio favorisce resilienza, consapevolezza e impegno, anche di fronte alle sfide. Educare con l’ACT significa insegnare a stare con ciò che si prova e a scegliere con intenzione la direzione da seguire.
Riferimenti bibliografici
- Bowlby, J. (1999). Attaccamento e perdita. Vol. 1: L’attaccamento alla madre. Torino: Bollati Boringhieri.
- Bowlby, J. (2000). Attaccamento e perdita. Vol. 2: La separazione dalla madre. Torino: Bollati Boringhieri.
- Bowlby, J. (2001). Attaccamento e perdita. Vol. 3: La perdita della madre. Torino: Bollati Boringhieri.
- Bowlby, J. (1996). Una base sicura: Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Cozolino, L. (2008). Il cervello sociale. Neuroscienze delle relazioni umane. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Cozolino, L. (2025). Neurobiologia interpersonale e pratica clinica. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Davidson, R. J., & Begley, S. (2013). La vita emotiva del cervello: Come imparare a conoscerla e a cambiarla attraverso la consapevolezza. Milano: Ponte alle Grazie.
- Gambini, P. (2011). Adolescenti e famiglia affettiva: Percorsi d’emancipazione. Milano: Franco Angeli.
- Gambini, P. (2015). TCS-A. Test sul superamento dei compiti di sviluppo in adolescenza: Sessualità, abilità cognitive e socio-relazionali e identità. Trento: Erickson.
- Goleman, D. (2011). Intelligenza emotiva: Che cos’è e perché può renderci felici. Milano: Rizzoli
- Gottman, J., & DeClaire, J. (2011). Intelligenza emotiva per un figlio: Una guida per i genitori. Milano: Rizzoli.
- Hayes, S. C., Strosahl, K. D., & Wilson, K. G. (2013). ACT. Teoria e pratica dell’Acceptance and Commitment Therapy. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Harris, R. (2016). Acceptance and Commitment Therapy. Le chiavi per superare insidie e problemi nella pratica dell’ACT. Milano: Franco Angeli.
- Harris, R. (2024). Fare ACT. Una guida pratica per professionisti all’Acceptance and Commitment Therapy (2ª ed.). Milano: Franco Angeli.
- Liotti, G., Fassone, G., & Monticelli, F. (2017). L’evoluzione delle emozioni e dei sistemi motivazionali: Teoria, ricerca, clinica. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Panksepp, J., & Biven, L. (2014). Archeologia della mente: Origini neuroevolutive delle emozioni umane. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Siegel, D. J. (2014). La mente adolescente. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Siegel, D. J. (2021). La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interpersonale (3ª ed.). Milano: Raffaello Cortina Editore.

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