Nell’ultima rubrica abbiamo raccontato che alcune peculiarità maschili e femminili abbiano delle radici biologiche e siano quindi innate, tuttavia l’identità sessuale anche se scritta nel nostro “DNA”  non è comunque un processo biologico dall’esito automatico in quanto coinvolge la totalità della persona, mente e corpo, diventando cosi un processo legato a libera scelta. Fondamentale in questo senso è il ruolo educativo svolto dalla famiglia che ha la missione di aiutare i ragazzi a far emergere la propria identità sessuale, attraverso una presenza autentica, rendendoli consapevoli del grande valore che hanno in quanto persona. Un canale che possono utilizzare i genitori per concretizzarsi presenza autentica per i propri figli è il gioco. Piaget famoso psicologo svizzero attraverso lo studio e l’osservazione del gioco infantile aveva concluso che le modalità di gioco maschile erano prevalentemente incentrate sulla competizione, eccitazione, aggressività e rispetto. Le femmine invece preferivano giochi in cui far emergere il proprio bisogno di relazione, cooperatività, condivisione personale.  Sembra quindi che per entrambi i sessi ci siano delle modalità di gioco preferite, queste modalità sono espressione di una tendenza naturale, per cui la specificità maschio e femmina va considerata come una ricchezza da valorizzare. E’ importante lasciare i bambini liberi di scegliere con cosa giocare, e magari, rispettando le singole attitudini , giocare con loro tornando un po’ bambini!!

Dott.ssa Alessandra Uliano

Bibliografia

Cantelmi T- Scicchitano M; Educare al femminile e al maschile. Paoline Editoriale Libri, 2013