Venerdì 7 febbraio 2020 è stata celebrata la giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo e oggi martedì 11 febbraio è il Safer Internet Day.  Due giornate importanti per giovani e adulti per prendere atto di questa realtà, il bullismo, ormai dilagante attraverso il web e che estende la responsabilità degli atti di aggressività perpetrata verso una persona non solo al bullo ma anche solo a chi condivide, visiona un video e sceglie di inoltrarlo ad altri. Si, nella dinamica del cyberbullismo siamo tutti implicati quando scegliamo di rinforzare i comportamenti del bullo, decidiamo di evitare di essere coinvolti quando siamo spettatori con i nostri occhi della dinamica di sopruso; siamo implicati perché se non interveniamo non facciamo altro che rafforzare la logica dell’indifferenza.

Non possiamo, però, restare indifferenti ad Amanda Todd che nel 2012 è stata trovata senza vita in casa, lasciando qualche ora prima un video online dove raccontava di essere stata vittima di bullismo, ai numerosi casi in Italia e altri paesi di ragazzi vittime di continui atti di vessazione e di una forma di violenza, forse più infida di quella fisica. Nei contesti educativi, infatti, a partire dal 2015 sono state emanate le linee guida di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e cyberbullismo; al corpo docenti sono stati forniti degli strumenti di tipo pedagogico e giuridico per riconoscere e prevenire questa forma di prevaricazione e di violenza diffusa tra i giovani.  Numerosi progetti vengono svolti nelle scuole per sensibilizzare gli studenti ad un uso responsabile della rete e a prendere coscienza di come quello che talvolta sembra il mezzo più facile da utilizzare per fare amicizia, in realtà non sempre è un posto sicuro.  Internet è una realtà di fatto ma è necessario conoscerne anche i pericoli.

Non soltanto a scuola ma in diversi ambiti oggi si cerca di contrastare questa realtà e di risvegliare la nostra coscienza: Netflix propone la serie tv 13 Reason Why , generando dibattiti e controversie in numerosi paesi a causa della rappresentazione esplicita di alcuni temi tra cui il bullismo; il cantante Marco Sentieri, al festival di Sanremo interpreta “billy blu” che racconta la storia di un ragazzo tormentato a scuola e che dopo molti anni si ritrova a dover salvare la vita al proprio bullo.  

Non restare passivi a questo fenomeno però richiede di non restare indifferenti neanche ai bulli e ai loro gregari; ai giovani che online, sempre iperconnessi, non conoscono più orari, non fanno distinzione tra il giorno e la notte e dietro uno schermo si sentono più forti, non provano sensi di colpa perché non vedono gli effetti immediati delle loro azioni sugli altri. 

Destrutturare la dinamica del bullismo non è semplice ma il primo passo è ricordarci che siamo tutti protagonisti e che contrastarlo significa ricordarci prima di tutto che siamo UMANI. 

Per questo noi di Progetto Pioneer, attraverso dei progetti sviluppati secondo delle basi scientifiche solide e che rispondono alle esigenze specifiche dell’utenza che richiede il nostro aiuto, proponiamo interventi che possano aiutare i giovani a sviluppare empatia e consapevolezza emotiva, per ricordarci che ciò che ci lega – bulli, vittime, astanti, gregari, nessuno escluso – è la nostra fragilità di essere umani. 

La dimensione psicologica della compassione (soffrire con) sempre più oggetto di ricerca scientifica e di intervento clinico è un valore che non possiamo non considerare. Sentirsi accuditi, accettati e avere un senso di appartenenza e di affiliazione agli altri è fondamentale per il nostro benessere, per questo essere consapevoli del fatto che condividiamo con altri l’esperienza della sofferenza piuttosto che vergognarci e sentirci soli nel nostro dolore, può portarci inevitabilmente a prendere atto della nostra umanità condivisa. Sviluppare questo valore permette al più debole di essere gentile con se stesso e darsi maggiore comprensione invece che giudicarsi e gestire i propri pensieri e sentimenti dolorosi, entrando in uno stato di consapevolezza equilibrata piuttosto che identificarsi eccessivamente con loro; così come permetterà al più forte di non mirare  a salvaguardare la propria immagine personale a discapito di qualcun altro, mancando di empatia ma decentrandosi potrà  riconoscere che focalizzarsi sul riconoscimento da parte degli altri, paradossalmente, crea una distanza notevole nella relazione. Porre alla base di ogni nostra azione questo valore allora permetterà di diventare consapevoli delle emozioni e più empatici con gli altri.

Sensibilizzare i giovani al tema del bullismo e informarli delle conseguenze negative di tali comportamenti verso i più deboli allora non basta. Aiutarli a riconoscere che ci sentiamo riconosciuti per quello che facciamo ma con difficoltà per quello che siamo realmente è il primo vero passo per interrompere l’identificazione nei ruoli di vittima e bullo.

Noi di Progetti Pioneer proponiamo interventi mirati a favorire l’appartenenza ad un gruppo integrato e non discriminante; ne parliamo anche nel metodo LabGDR, un manuale operativo scritto dal presidente della nostra associazione, Marco Scicchitano. Nel metodo LabGDR il gioco di ruolo diventa uno strumento utile a intercettare la sensibilità dei giovani di oggi, immersi nei social network; li aiuta a diventare protagonisti di un mondo dove è possibile appartenere a diverse realtà ma cooperando, ognuno con le proprie risorse, per il bene, il senso autentico dell’amicizia e la compassione.

Possiamo ripartire da qui: lavorare sulle proprie fragilità interne superando le nostre difese e ristabilire il nostro equilibrio interno.   

bibliografia e testi consigliati:

  • Emiliano Lambiase, Bianca Elisa Lagioia, Andrea Marino, Noemi Grappone, autostima e auto-compassione. due modi diversi di relazionarsi con se stessi , Modelli della Mente 2016.

  • Kristen Neff, la self-compassion, il potere dell’essere gentili con noi stessi, Franco Angeli 2019

  • Marco Scicchitano, Metodo LabGDR. Un manuale operativo per l’utilizzo del gioco di ruolo in clinica, educazione e formazione, Franco Angeli 2019