Oggi vorrei aprire una riflessione sul concetto di APPARTENENZA. Ho deciso di svolgere una ricerca, breve e non esaustiva, sull’argomento. Volete sapere cosa è emerso? Seguitemi.
Ho chiesto aiuto ai veri esperti, chi ci capisce di amore. Non sono dovuta andare molto lontano, li vedo tutti i giorni: sono uomini e donne che stanno in coppia, sono le persone che da anni hanno messo su famiglia e cercano di costruire e mantenere un senso di appartenenza. Ho ristretto il campo intervistando solo adulti tra i 30 e i 40 anni, maschi e femmine. Ho posto loro la domanda: “cosa significa appartenere nella coppia?”
Bellissime le risposte. Emergono delle parole chiave: condividere, e collaborare per un progetto di vita comune. Paola lo individua con una metafora significativa: “è il sentirsi a casa”, dice. In effetti, la dimensione sentimentale risponde a un bisogno umano di base, un Sistema Motivazionale, quello dell’attaccamento che vede l’adulto, così come il bambino, nella necessità di vivere la vicinanza (appartenenza) alla figura di riferimento. Sara ha una buona intuizione in merito: “… appartenere vuol dire sentirsi amati… ” Ed eccoci al punto centrale: il senso di appartenenza sembrerebbe direttamente proporzionale al sentirsi amati, alla percezione di essere importante per l’altro in modo vicendevole. Come quando i piccoli desiderano sentirsi considerati in famiglia o ricevere delle coccole esclusive di papà, o delle attenzioni speciali di mamma. La presenza genitoriale li fa sentire amabili, degni di amore. Così da grande l’adulto è spinto, in fondo, dalla stesso desiderio di unicità. Eppure, il bisogno di prossimità non esaurisce le esigenze umane, in modo alternato l’uomo ha bisogno di sperimentare l’individuazione: è utile quindi “accettare le diversità e lasciare i propri spazi” usando le parole di Melania.
Mi sono chiesta però: se è vero che l’appartenere è l’elisir di lunga vita, come può la coppia coltivarlo? I miei intervistati continuano ad aiutarci: servono la fiducia, la vicinanza, l’intimità fisica e di pensiero e il confronto. Emanuele dice che la chiave è “riuscire a dedicarsi degli spazi e dei momenti di coppia, ma il darsi per scontato è la cosa più pericolosa, può spegnerlo”. Ecco appunto, quindi, non si tratta di qualcosa che può solo crescere, al contrario può affievolirsi. Detto al femminile: “lo potrebbe far spegnere la mancanza di fiducia, l’appartenere confuso con il possedere” dice Chiara. In effetti, si tratta di due concetti ben diversi: si distanzia da una approccio egoista, che toglie la libertà, che si disinteressa del bene dell’altro. Diverso quindi da un atteggiamento di controllo, ma parte invece da un autentico “voglio essere tua/o” che non si impone però all’altro.
Siamo arrivati alla chiusura del nostro articolo, scritto a più mani con alcuni di voi cari lettori, Vi starete chiedendo forse, perché ho scelto di trattare questo argomento. E ora una risposta ve la devo io. Ho un’ipotesi in mente, un’idea stramba forse, tutta da accertare, che eppure le vostre risposte mi hanno già un po’ confermato. Da buon scienziato faccio ipotesi e poi provo a confutarle. Questa è la mia idea: uno dei pilastri dell’amore maturo è l’appartenenza. Perché una coppia va in crisi, e a volte addirittura si scoppia? Per tanti motivi, non possiamo esser semplicistici, però forse in quelle coppie il senso di appartenenza si è gradualmente affievolito fino a spegnersi definitivamente. La vera sfida, diventa a questo punto, alimentare ogni giorno uno dei più preziosi elementi della nostra vita sentimentale: sentire di essere per qualcuno e farlo/a sentire nostro.
Dott.ssa Miriam Incurvati
Fonti:https://www.stateofmind.it/2012/09/coppia-terapia-appartenenza-separazione/