Recenti ricerche hanno esplorato le dipendenze da smartphone e da social media in bambini/e di scuole primarie e secondarie di primo grado. 

I risultati mostrano che:

  1. Quattro ragazzi su cinque (nella fascia d’età 10 – 14 anni) usano lo smartphone e due su tre ne hanno uno personale; 
  2. Il loro utilizzo è molto diffuso sia tra amici che familiari e appare una pratica incoraggiata anche dalle famiglie;
  3. La quasi totalità dei ragazzi e delle ragazze ha possibilità di connettersi online e conosce i social media – tra i più utilizzati WhatsApp, YouTube, Google+ e Tik Tok;
  4. Un/a ragazzo/a su due dichiara di avere un “profilo personale” attivo;
  5. Un intervistato su tre afferma di fare uso dei dispositivi anche dopo mezzanotte e durante i pasti almeno una volta al mese.

La funzione è strumentale: ricerca di informazioni, studio, lezioni, guardare video o ascoltare musica, ma prevale la percezione affettiva: la percezione è che il tempo libero, spesso associato a stati di noia e isolamento, sia un contenitore da riempire. Pressante l’esigenza percepita di incrementare la rete di relazioni per appagare il bisogno di riconoscimento sociale.

Il recente lockdown ha esasperato una tendenza già in atto: gli adolescenti utilizzano la loro presenza su diverse piattaforme online come strumento essenziale di socializzazione, ed è per questo che diventa importante comprendere come questa continua connessione al mondo virtuale possa influenzare la loro visione delle cose e la loro crescita, sia fisiologica che emotiva.

Importante è tenere aperto un dialogo vivo e senza pregiudizi con queste condotte: proprio in un momento in cui la socializzazione dal vivo è aspramente compromessa, la possibilità di tenere accesa una condivisione di spazi di esperienza in rete è un accadimento che può dirci molto sui bisogni, sui desideri, sulle scelte affettive e sull’universo immaginario e relazionale dei ragazzi.

Oggi più che mai la relazione dei giovani con il digitale è da gestire con la massima attenzione per non scadere nei comportamenti estremi, entrambi ugualmente controproducenti: il proibizionismo e il lassismo più totale. Da un lato, vanno riconosciuti i rischi legati alle nuove tecnologie e all’iperconnessione dalle stesse. D’altro canto, non vanno ignorati i notevoli vantaggi che tali strumenti possono fornire: una maggiore possibilità d’interazione, di relazione (da gestire con consapevolezza e cautela) e, anche, di sicurezza. 

  • Che emozioni sperimentano online?
  • Quali bisogni, desideri e scelte caratterizzano le loro interazioni digitali?
  • Come queste ultime condizionano la loro vita quotidiana nel mondo “reale”?

Una nuova proposta viene dalla collaborazione tra la Vodafone e la Disney, dalla quale è  nato di recente un prodotto innovativo (e molto discusso): lo smartwatch per bambini, attento alla sicurezza e completamente controllabile da remoto dai genitori. Con questo nuovo strumento si ha, da un lato, la possibilità di rintracciare e comunicare da remoto (con emoji e messaggi istantanei); dall’altro non sono permessi collegamenti a Internet e ai social network. Esso, infine, può essere scollegato da remoto in momenti target come la scuola, per favorire maggiore concentrazione ed evitare che sia fonte di distrazione.

L’identità digitale è parte delle menti dei nostri ragazzi: a noi il compito di guidarli nell’uso degli strumenti digitali, saperli indirizzare ad un uso appropriato e consapevole, senza negare o ignorare la loro presenza online ma aiutandoli a modellarne le caratteristiche con consapevolezza e prudenza, valutando costi e benefici, con una comunicazione quanto più aperta e autentica.

Dott.ssa Sara Del Pinto

Sitografia:

  • file:///C:/Users/Utente/Desktop/Marco%20Scicchitano/Progetto%20Pioneer/RUBRICHE/digitale/Vodafone-Disney%20e%20lo%20smartwatch%20per%20bambini%20attento%20alla%20sicurezza%20-%20Il%20Sole%2024%20ORE.pdf
  • file:///C:/Users/Utente/Downloads/A%20cura%20di%20Paolo%20Sacchi%20-%20Apocrifi%20dell’Antico%20Testamento.%20Vol.%204-Paideia%20(2000).pdf