La rabbia a scuola:

alcune utili strategie per superarla.

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La rabbia, dal precedente articolo, si è definita come un’emozione in grado di provocare una vera disorganizzazione del sé che porta ad una forte tensione, per cui la necessità di poterla scaricare verbalmente o fisicamente. Adesso con il rientro a scuola potrebbero manifestarsi problematiche inerenti ciò.

Cosa fare ? Fustigare queste esplosioni? Come posso aiutare il bambino?

Innanzitutto far prendere consapevolezza dell’emozione provata.

Cosa succede al mio corpo adesso che sono arrabbiato/a? Mi batte forte il cuore? Dove la sento la rabbia, pancia o nella testa? Vuoi urlare, rompere un oggetto?

Poi far disegnare la rabbia per far concretizzare tale emozione.

Successivamente utilizzare delle STORIE SOCIALI in cui i ripropone analoga scena in cui una bambina/o prova la rabbia, far notare l’espressione facciale della rabbia davanti allo stesso agente frustrante e da lì provare a trovare valide soluzioni alternative per far smettere la rabbia.

Per insegnare ai bambini la capacità di autoregolazione, prima che scoppi la rabbia con esplosioni fisiche, utilizzare il GIOCO DELL’ACQUA.

Tecnica di rilassamento che consiste nell’imitare l’alga del mare coordinando respiro e movimento ondulatorio.

 

Un altro esercizio che si può effettuare per il controllo della rabbia è il

CESTINO DELLA RABBIA

Un’attività legata alle emozioni che i litigi tirano fuori e all’importanza di visualizzarle, riconoscerle e dialogarci. Il “cestino della rabbia è un’attività rituale e comunitaria in cui i bambini costruiscono un oggetto totemico, il cestino, dove poter collocare le loro emozioni negative, in modo da creare un dialogo comune con le stesse. Costruire così l’oggetto simbolico, il cestino, si favorisce la consapevolezza dei vissuti negativi, spesso visti in termini di colpa. La rabbia è l’emozione più vicina all’aggressività e spesso si rivede nei litigi. Quindi bisognerebbe individuare uno spazio simbolico dove la rabbia, in maniera comunitaria, trova una collocazione, creando così per il gruppo la modalità per crescere e di sostenersi mutuamente, in quanto si vive un’esperienza di condivisione anche nelle difficoltà del confrontarsi con le proprie emozioni difficili.

 

 

Dott.ssa  FRANCESCA FIUME