Il cambiamento determinato dal coronavirus, anche nella scuola, ha avuto un impatto molto forte sulla quotidianità rendendo più fragili, ansiosi e apprensivi. La scuola, in quanto istituzione, è fatta di regole, che vi sono per fornire certezze, dare sicurezza.

Le norme anti-covid definiscono: distanziamento, orari d’entrata e uscita contingentati con percorsi predefiniti in merito, colonnine gel, uso della mascherina in aula, uso di giocattoli per piccoli gruppi classe (nella scuola dell’infanzia), non invischiamento fra le “bolle”, ingresso ai bagni vigilato, etichette obbligatorie per i quaderni e libri, divieto di scambiarsi baci e abbracci, misurazione della febbre, momento della merenda o pranzo seduti al proprio banco, no scambio del materiale didattico o altri oggetti.

Sono tante regole, vero? Che stress!

In merito a quest’ ultima norma è uscito un articolo di recente su una nota testata giornalistica che aveva come protagonista un bambino di 10 anni che ha dimenticato l’astuccio a casa, quindi il materiale, e per tutte le sei ore ha dovuto guardare gli altri scrivere e colorare.

Una delle regole prevede infatti l’uso esclusivo delle proprie cose ed il divieto di prestare oggetti: ognuno deve avere la sua penna, i suoi colori. La maestra ha provveduto a seguire il regolamento, ma il bambino come si sarà sentito durante la  giornata scolastica?

La scuola che tanto lavora sull’inclusione e la condivisione si sente disorientata, perplessa per il periodo storico che sta affrontando. Un bambino che viene escluso dell’attività didattica svilupperà senso di non appartenenza, esclusione, disagio, quando forse basterebbe solo mettere a disposizione e igienizzare l’occorrente. Riuscite solo ad immaginare il suo senso di colpa per aver dimenticato l’astuccio a casa? Io Docente come posso aiutarlo?

Qui si fa fondamentale l’apporto pedagogico dell’Insegnante, che adegua l’offerta formativa allo stato attuale, come figura di riferimento, accogliente, empatica, sicura delle esigenze di ogni singolo alunno e delle modalità per entrare nel suo mondo oggi insicuro e fragile.

Notizie anche in merito alle assenze non comunicate per tempo: si esclude l’alunno dalla giornata scolastica perché il giorno prima non è stata fornita la motivazione dell’assenza ed il motivo della malattia.

D’altro canto gli Insegnanti sono anch’essi disorientati su come gestire l’emotività degli alunni: prima si riusciva ad essere fisici, adesso il tutto si deve basare solo su contatto distante, sguardo empatico dietro la mascherina e aiuto solo verbale.

Il cambiamento richiede adattamento.

Per questo nella scuola di oggi sembrerebbe manchino aspetti fondamentali per uno sviluppo di una personalità armonica come inclusione, confronto fra pari, socialità, rispetto dell’altro, senso di appartenenza ad un gruppo, condivisione di obiettivi e modalità di crescita e formazione.

Negli Insegnanti invece sembrerebbe esservi forte stress, ansia su gestione rapporti interpersonali fra e con alunni, gestire il proprio carico emotivo, limitare propri rapporti, monitorare assenze, sicurezza, igiene, scambio oggetti, fare da controllore, non limitandosi più alle sole esigenze del progetto formativo scolastico, ma anche alle proprie, tutto questo filtrato sempre da accorgimenti per la messa in sicurezza per sé e gli altri. Sei ore con mascherina, evitare di toccare un alunno, isolarlo se presenta sintomi COVID-19, in tal caso procedere al protocollo che prevede: isolamento dell’alunno in un aula apposita e chiamata  ai genitori ed ASL.

  • Il lavoro dei docenti è quello di aiutare seppur a distanza ad un lavoro di condivisione e di collaborazione, anche tramite piccoli gruppi usando la tecnologia, che tanto ci ha aiutato durante la didattica a distanza.
  • L’importanza della parola, quindi il tono pacato, che in questo momento fornisce l’unico canale veicolare di valori, empatia, accettazione dello stato attuale.
  • L’ascolto fondamentale in questo momento per capire i disagi, le insicurezze, i desideri di una generazione provata dalla mancata vicinanza dell’altro, sia durante il lockdown prima, che per motivi di sicurezza adesso.

Un applauso a tutti gli attori della scuola che ogni giorno devono lavorare su più fronti: la sicurezza e la scambio non solo nozionistico, ma di valori e norme di cui la scuola italiana è fautrice.

Fonti: “Il Messaggero”

 

Dottoressa Francesca Fiume