L’affascinante storia della sonda Pioneer porta con sé l’idea che perché qualcuno possa conoscere chi siamo, debba sapere come siamo fatti, e da dove veniamo. Ogni bambino quando nasce ha questa missione per poter crescere, conoscere se stesso e gli altri: sapere come è fatto e da dove viene. E lo fa fin da subito entrando in relazione con le persone che lo circondano affinando sempre più le modalità e ampliando sempre più il suo raggio di esplorazione: questo è il viaggio che percorrerà tutta la sua storia di vita.
Dalla metafora a obiettivi concreti
Ed è proprio grazie alla metafora della ricerca della navicella, e del messaggio che contiene, che abbiamo costruito un percorso di “addestramento” per piccoli astronauti di una scuola materna; gli obiettivi di tale percorso erano stimolare diversi livelli di consapevolezza:
- del loro corpo, di quanto ogni sua parte sia essenziale e di quanto anche le differenze maschio femmina abbiano una loro fondamentale e irripetibile bellezza;
- delle loro emozioni, e quanto queste ci orientino nelle situazioni e relazioni di tutti i giorni; dell’importanza di rispettare e cooperare con gli altri, perché “tutti siamo belli” e “insieme è meglio”;
- della bellezza di essere figli, perché frutto dell’amore dei genitori che ogni giorno forniscono le cure, il sostegno, l’affetto, il coraggio necessari a crescere secondo il personale percorso di vita.
La bellezza di essere figli
Durante i primi due anni di vita il bambino ha costruito dentro di sè, grazie alle relazioni affettive significative (generalmente i genitori), le basi di schemi cognitivi, affettivi, relazionali, che gli permettono da questa fase in poi di staccarsi sempre di più per esplorare un ambiente fisico e relazionale più allargato di quello familiare a partire dai modelli relazionali memorizzati nelle fasi precedenti.
Tale concetto, è stato messo in pratica tramite una favoletta in cui si metteva in evidenza ai bambini come, il ruolo accudente della madre, e il ruolo di sostegno e coraggio nel fronteggiare gli ostacoli del padre abbiano portato il piccolo protagonista ad affrontare una sua paura: il primo giorno di scuola. e quindi un nuovo ambiente e nuove persone.
Conoscere e sentire l’unicità del nostro corpo
In questi anni (3-5 ca.) il bambino inoltre acquisisce una maggiore consapevolezza del proprio corpo, inizia a costruirsi un immagine corporea, ed è quindi importante che possa sperimentare:
- una maggiore padronanza del proprio corpo ( percorsi psicomotori).
- vissuti creativi e positivi a contatto con il proprio corpo (pittura con le dita, percorsi sensoriali).
- acquisire/consolidare le informazioni su quali sono le diverse parti del corpo e qual’è la loro importanza e funzione (sagoma a misura di bambino).
Il metodo utilizzato per aiutare i bambini ad ascoltarsi in maniera positiva, è stato quello della mindfulness che tramite esercizi sul respiro permette ai bambini di conoscersi. Per tutti noi il respiro è una musica che muove tutto il nostro corpo, ma ognuno ha un modo particolare di percepirsi .
Il nostro respiro è una risorsa grandissima che ci aiuta a gestire diversi momenti della nostra vita. E’ stato quindi importante aiutarli ad ascoltarlo e osservarlo in diversi momenti. Ad esempio: sdraiati, seduti, tramite il movimento del fazzoletto davanti alla bocca del compagno o durante la gara di soffio delle palline.
Emozioni come bussola nell’esplorazione del mondo e delle relazioni
Un altro importante traguardo è quello di iniziare a riconoscere le caratteristiche delle emozioni in sé e negli altri; ed è così che tramite immagini, canzoncine e racconti abbiamo potuto parlare di emozioni.
Ad esempio tramite la storia dei tre porcellini abbiamo potuto parlare della paura e della gioia. Abbiamo visto quali sono le caratteristiche fisiche, le cause, le conseguenze e i modi di affrontarle. Questa storia ci ha dato anche modo di parlare dell’importanza di condividere un emozione, di raggiungere uno scopo, e di chiedere aiuto.
Durante il percorso in diverse attività, si è posta grande attenzione a comunicare ai piccoli quanto ognuno di loro sia importante nella propria unicità. Questo è stato fatto promuovendo la collaborazione e l’importanza di ogni singolo contributo.
Ed è con un attività che promuoveva la sintonizzazione, cooperazione e valorizzazione del singolo che abbiamo concluso: legati due a due dovevano cercare i pezzi per costruire la loro navicella spaziale.
BIBLIOGRAFIA
M. MAIN (2008) L’attaccamento
A. MONTANO, S. VILLANI (2016) Programma mindfullness “il fiore dentro”. Per insegnare ai bambini a gestire lo stress ed essere più felici