Sono incuriosita dalla molteplicità di personaggi che appaiono sullo schermo: Sanremo, XFactor, serie tv giovanili, youtuber, influencer, gamer. Alcuni hanno una forte presa sulle nostre vite, ci suggeriscono cosa mangiare, come vestirci, cosa dire e cosa pensare. Altre volte ci fanno ridere e altre arrabbiare per quanto sono distanti dal nostro modo di pensare. In questo articolo ci siamo chiesti allora che tipo di modelli di donna e di uomo propongono i media oggi.

Noi di Progetto Pioneer che come sapete siamo molto attenti al tema della differenza: “Noi non pensiamo che differente corrisponda ad ineguale, anzi. Cogliere le caratteristiche proprie di qualsiasi cosa permette di relazionarsi con essa a partire dalle sue peculiarità, ed è quindi arricchente. Sapere come è fatto un oggetto ci suggerisce come trasportarlo senza danneggiarlo e conoscere le caratteristiche di una pianta, ci aiuta a curarla bene, ad avere le giuste attenzioni e a farla crescere rigogliosa e sana. ” T. Cantelmi M. Scicchitano, (2013), Educare al maschile e al femminile, Ed. Paoline,p35

In questo articolo ci siamo chiesti allora che tipo di modelli di donna e di uomo propongono i media oggi. Ci sembra ci siano sostanzialmente dei dogmi che si ripropongono a più riprese: corpi perfetti, adultizzazione, successo. Solo a titolo esemplificativo si può citare Adele cantautrice britannica, 32enne. Appena perde peso, il pubblico inneggia estasiato. Allo stesso modo alcuna moda esalta la magrezza e risalta la sensualità, anche in età precoci nelle quali non si presentano tipicamente particolari interessi sessuali. Così molte giovani si postano sui loro profili social con sembianze adultiformi: trucco, tacchi, vestiti corti o scollati. Il successo è forse il più subdolamente ripetuto dei mantra sociali. Simili messaggi partono dai media ma sono ampiamente diffusi anche nel contesto scolastico, sportivo e amicale. Non so se ricordate il dibattito sulle sfilate di bellezza per bimbi. Anni fa alcuni governi, tra cui quello francese, hanno dovuto valutare se vietare simili concorsi. Un intervento a tutela dell’infanzia troppo spesso chiamata a imitare e seguire modelli e ambizioni degli adulti.

A tratti si presentano poi modelli ambigui, arroganti o volgari. Non sono poco frequenti comportamenti di mistificazione del sacro, continue provocazioni, mude di inquietudine. Non mancano cantanti e attori arroganti che inneggiano ad un’indipendenza fuorviante per le giovanissime generazioni, proposti però senza filtri anche ai più piccoli. Calciatori che insultano e se la cavano con piccole sanzioni. Un simile evento sembra giustificare ed autorizzare a qualunque forma di volgarità nello sport.

Tutto questo ha un certo effetto sui giovani. La percezione delle pressioni da parte dei media a soddisfare standard corporei ristretti può produrre anch’essa una sintomatologia depressiva (Jeffers et al., 2013). Nei maschi l’esposizione ai modelli muscolosi o magri presenti in TV predispone ad un’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo (Galioto, 2013), che è a sua volta un fattore di rischio per i disturbi alimentari: tra i fattori che spingono i ragazzi e gli uomini, insoddisfatti del loro aspetto fisico, a sviluppare sintomi da disturbo alimentare c’è l’interiorizzazione degli ideali corporei presentati dai media (Dakanalis et al., 2013; Chang et al., 2013). Già a dodici anni l’esposizione a corpi maschili muscolosi nei video musicali ha un effetto deprimente: si vedono imperfetti, si sentono più demoralizzati e infelici (Mulgrew, Volcevski-Kostas, Rendell, 2013).

Se il contesto è potenzialmente stimolante in negativo, non possiamo e non dobbiamo dimenticare il ruolo dell’adulto, importante punto di riferimento. Nell’articolo della rubrica educazione affettiva troverete delle interessanti proposte per aiutare i più piccoli a sviluppare il senso critico. Tuttavia, vorremmo ribadire qui come la funzione dell’adulto può essere fondamentale, può fungere da modello da imitare.

Noi di Progetto Pioneer siamo convinti che i genitori e gli educatori possano svolgere un simile ruolo, tornare a vivere a pieno la loro funzione. Infatti, si è appena concluso #bepioneer educazione affettiva 0-9 durato ben un anno. Incontri a cadenza mensile, su temi specifici dell’educazione affettiva, il confronto con un esperto ma anche la preziosa possibilità di entrare in una community con cui condividere esperienze, difficoltà, possibili soluzioni. E’ stato uno strumento per aiutarci ad essere adulti autentici educatori, capaci di essere modelli di donna e di uomo positivi. Molto si può fare, noi continueremo a dare il nostro contributo.