Eppure, soprattutto per i più piccoli, la possibilità di sentirsi al sicuro mentre esplorano e giocano autonomamente, fondamentale per il loro benessere, è possibile solo a partire dalla relazionalità.
💬 Donald Winnicott affermava che:
“sebbene molti tipi di esperienza contribuiscano alla formazione della capacità di essere solo, ve n’è uno che è fondamentale e senza il quale tale capacità non si instaura: è l’esperienza di essere solo, da bambino, in presenza della madre. In tal modo la capacità di essere solo ha un fondamento paradossale, e cioè l’esperienza di essere solo in presenza di un’altra persona.”
❗ Ecco alcune brevi indicazioni pratiche su come un genitore può aiutare il proprio figlio o la propria figlia a realizzare tale capacità:
👉🏼 Lo ammira mentre esplora apprezzando ciò che fa o realizza👉🏼 Lo sorveglia sostenendo il suo provare interesse per le novità
👉🏼 Guarda il mondo con i suoi occhi e glielo racconta
👉🏼 Gli dà l’aiuto sufficiente a farcela da solo quando è in difficoltà senza sostituirsi a lui
👉🏼 Dimostra che lo comprende quando è turbato modulando la voce, accogliendolo se fa ritorno, accettando e nominando le emozioni che sta provando
💪🏼 La sfida è trovare un equilibrio tra la necessità della vicinanza e la spinta all’esplorazione e alla scoperta.
📍 Qual è la tua esperienza come genitore o come figlio? Hai difficoltà quando i tuoi bambini o i tuoi ragazzi vogliono fare da soli?📍Ti senti a tuo agio nell’avventurarti in situazioni nuove?
📍Ricordi cosa accadeva quando da piccolo provavi a fare qualcosa da solo?
📍Riesci ad accogliere l’altro quando chiede rassicurazioni perché turbato?
🏡💯 La famiglia non è solo un porto sicuro al quale fare ritorno, ma soprattutto una base di lancio per l’esplorazione e nuove scoperte!
Dott. Gabriele Di Marco